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È nota l'abitudine degli italiani di parlare di cibo e bevande sedendo a tavola per la consumazione dei pasti, soprattutto in occasioni conviviali estese, quando più voci si intrecciano e si accavallano nel descrivere, vantare, ricordare pietanze, vini, liquori, pani, dolci, frutta assaporati un tempo, riassaporati, in prosieguo, nostalgicamente, trasformando, quasi per magia, sapori, odori e colori in parole. Un piacere accessorio che la lingua, benemerito organo del gusto, consente di associare all'altro, verbale, proprio della dimensione amicale.